L’agente della riscossione, sempre più spesso è impegnata a riscuotere i debiti di molti Italiani. Sanzioni amministrative, irpef non pagata sono solo alcune delle voci che possono riguardare la pretesa avanzata dall’agente della riscossione. Ebbene, per evitare soprese o per ovviare a situazioni come quelle descritte in premessa, è bene ricordare che è possibile conoscere la storia debitoria che ci riguarda, attraverso l’Estratto di Ruolo. Questo documento rappresenta un estratto conto che rilascia il Riscossore, dal quale é possibile vedere tutti i debiti che il contribuente ha verso l’agente della riscossione. In questo modo quindi possiamo sapere anche se ci sono cartelle esattoriali aperte a nostro nome.
Come si legge l’estratto di ruolo e come si riconoscono le singole voci
L’estratto di ruolo riporta in alto a sinistra:
il concessionario della riscossione (Equitalia Servizi di Riscossione – Agente della Riscossione per la Provincia di…);
i dati del contribuente, con relativo indirizzo e domicilio fiscale;
l’ente creditore (per esempio Amministrazione finanziaria, Inps, Prefettura ecc.) e l’ufficio che ha emesso il ruolo.
Più in basso, prima del riquadro relativo ai dati dell’importo addebitato, sono indicati:
il numero di ruolo e il relativo anno (occorre guardare a tale dato per capire se è possibile aderire alla rottamazione: essa è infatti prevista per i ruoli dal 2000 al 2016);
la data del visto;
il tipo di atto, per esempio: cartella di pagamento o avviso di addebito;
il numero identificativo dell’atto (si tratta del numero a 20 cifre che va inserito nella richiesta di rottamazione);
la data di notifica della cartella.
Nella parte centrale dell’estratto di ruolo , all’interno del riquadro tratteggiato che si presenta come una sorta di tabella a sette colonne, interessano le seguenti informazioni:
il codice tributo: si tratta del codice identificativo del credito intimato, in merito al quale si trova la descrizione subito sotto la tabella;
l’anno di riferimento del tributo (per esempio, bollo auto del 2001, contributi Inps del 2010 ecc.);
il carico iscritto a ruolo e il debito residuo: raramente le due voci coincidono. La maggior parte delle volte il debito residuo è più elevato rispetto al carico originariamente iscritto a ruolo in quanto la somma è incrementata per effetto degli interessi di mora, dell’aggio, delle spese di notifica e di quelle esecutive. Può anche capitare, però, che il debito residuo sia inferiore a quello iscritto a ruolo, perché parzialmente già pagato.
Nelle righe orizzontali della tabella troviamo, appunto, i diritti di notifica, gli interessi di mora/somme aggiuntive, l’aggio, le spese esecutive e il totale della cartella.
Come individuare dall’estratto di ruolo le sanzioni e gli interessi di mora?
Chi aderisce alla definizione agevolata pagherà l’importo delle cartelle senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si pagheranno gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge.
In sintesi, sono dunque dovute, per effetto della definizione agevolata:
le somme intimate a titolo di capitale e interesse;
le somme maturate a favore dell’agente della riscossione a titolo di aggio, di spese di notifica della cartella e di spese di rimborso per le procedure esecutive.
Dall’estratto di ruolo è possibile individuare facilmente le somme dovute a titolo di sanzioni e interessi moratori che verrebbero decurtate per effetto della definizione agevolata. Nella tabella sono infatti indicate, accanto al codice tributo (seconda colonna), le iniziali di ogni tipologia:
A- altro
I – imposta
N- diritti di notifica
S – sanzioni
T- interessi
M- interessi di maggior rateazione.
Tra queste voci quella che viene decurtata con la rottamazione della cartella è quella contrassegnata con la S (sanzioni).
Nella quarta riga troviamo, invece gli interessi di mora (altra voce decurtata per effetto della rottamazione).